Il Commento del giorno
– di Francesco Simoncelli
Il bilancio della banca centrale americana è sceso di $88 miliardi, a $6.970 miliardi (-1,5%) nella settimana terminata l’8 luglio, dopo aver toccato un livello record di $7.160 miliardi all’inizio di giugno, secondo la Federal Reserve Bank di St. Louis. La discesa è la più grande degli ultimi 11 anni.
Il calo è un segnale del fatto che la FED abbia iniziato a smobilitare le misure di incentivazione alla liquidità introdotte negli ultimi quattro mesi per contrastare gli effetti economici della crisi del coronavirus. Alcuni hanno previsto un calo dei prezzi di Bitcoin di conseguenza.
Questo perché la criptovaluta leader per valore di mercato ha di recente sviluppato una correlazione relativamente positiva con l’S&P 500. E l’indice azionario di Wall Street è salito di oltre il 40% dal crollo di marzo, in gran parte a causa dell’espansione del bilancio della FED.
In quanto tale, un bilancio in contrazione potrebbe presagire un calo delle azioni e forse di Bitcoin.
Tuttavia, uno zoom nei dettagli del bilancio della FED rivela che la contrazione è stata principalmente guidata da un calo della domanda per le misure di liquidità di emergenza, un segno che lo stress indotto dal coronavirus nel sistema finanziario sia diminuito.
“Meno finanziamenti di emergenza utilizzati sono un segnale positivo”, ha affermato Richard Rosenblum, cofondatore di GSR. “I mercati potrebbero non essere in grado di stare in piedi da soli, ma almeno si sono allontanati dal codice rosso”.
In particolare, le linee di swap del dollaro – accordi reciproci tra banche centrali per rendere disponibile liquidità per le loro banche commerciali – sono diminuite di oltre $40 miliardi, come osservato da Lyn Alden, fondatore di Lyn Alden Investment Strategy.
La FED ha aperto linee di swap con altre banche centrali dopo il crash indotto dal coronavirus che ha causato una carenza di dollari nei mercati internazionali. Pertanto, l’ultimo calo delle linee di swap in dollari potrebbe essere considerato una buona notizia.
Nel frattempo, il saldo totale dei pronti contro termine è scivolato a zero da $61,2 miliardi visti nella settimana terminata il 1° luglio. I pronti contro termine sono una fonte di finanziamento a breve termine per le banche commerciali. La FED ha iniziato ad iniettare liquidità nel mercato dei pronti contro termine a metà settembre 2019 e ha intensificato gli sforzi a seguito della crisi di marzo.
Pertanto, il calo nei pronti contro termine indica che lo stress indotto dal coronavirus nei mercati è notevolmente diminuito.
Tuttavia la FED sta ancora iniettando liquidità nell’economia degli Stati Uniti attraverso acquisti di titoli del Tesoro statunitensi ad un ritmo più rapido. La banca centrale americana ha accumulato titoli per un valore di $18 miliardi durante la scorsa settimana, portando le posizioni obbligazionarie complessive ad un nuovo massimo di $4.230 miliardi.
Tutto sommato, la contrazione del bilancio della FED, il calo dei pronti contro termine e delle linee di swap sembrano indicativi di uno scenario positivo per le azioni, e sembra improbabile che rappresenti una minaccia per il prezzo dei Bitcoin.
La criptovaluta affronterebbe una maggiore pressione di vendita se le azioni crollassero di nuovo, ma il mercato sta ancora mostrando una certa resilienza, anche se gli Stati Uniti hanno registrato 65.551 nuovi casi di coronavirus giovedì, un nuovo record giornaliero secondo la John Hopkins University.
I futures legati all’S&P 500 registrano un calo dello 0,33%, mentre Bitcoin è trattato intorno ai $9.200, avendo affrontato un pullback sopra i $9.400 giovedì scorso.
Bitcoin è sceso sotto i $9.150 all’inizio di venerdì, invertendo gran parte del guadagno da $9.060 a $9.480 visto nella prima metà della settimana.
Il pullback ha invalidato la visione rialzista avanzata dalla rottura al rialzo di mercoledì di un canale discendente, rappresentato da linee di tendenza che collegano i massimi del 1 e 22 giugno ed i minimi del 2 e 15 giugno.
In sostanza, è un caso di breakout fallito, che gli analisti considerano un potente segnale ribassista. Inoltre, il calo del 3% registrato nelle ultime 24 ore ha stabilito un altro massimo ribassista sul grafico giornaliero, come osservato dal famoso analista Josh Rager.
Anche così, è ancora troppo presto per dire che gli orsi hanno riacquistato il controllo perché Bitcoin regge sopra i $9.000. I venditori hanno fallito più volte nelle ultime quattro settimane nello stabilire una solida base sotto tale supporto psicologico.
Pertanto le prospettive immediate rimarranno neutrali fintanto che i prezzi resteranno intrappolati tra $ 9.000 e $9.480 (massimo di mercoledì).
L’accettazione sotto $ 9.000 può rivelarsi costosa, al punto che la Bitcoin potrebbe finire per cadere a $7.100.
Nel frattempo, un movimento al di sopra dei $9.480 porterebbe di nuovo in ballo la soglia psicologica dei $10.000. I trader stanno scommettendo su un breakout rialzista.
Per approfondire segui Francesco Simoncelli.